Limiti

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Vorrei tanto poter riassaporare il sapore di quel palco, del parquè della mia sala prove, della musica che iniziava a pervadermi la punta dei piedi fino ad arrivare a inebriarmi la mente. Vorrei ripercorrere tutti questi anni e riviverli con più consapevolezza perché certi momenti si vivono una volta sola e niente potrà mai euguagliarli. Vorrei rivivere il mio primo esame, il mio primo concorso, il mio primo saggio. I miei insuccessi e le mie prime soddisfazioni ripagate dopo un duro lavoro. Vorrei poter riassaporare il dolore dei miei innumerevoli infortuni che, nonostante tutto, mi donavano la forza di guarire e di ritornare più forte di prima. Mi ricordo ancora i sabato pomeriggio trascorsi a casa, rinunciando alla classica uscita settimanale con gli amici, completamente immobile e con le gambe avvolte da fasce, cerotti e ghiaccio. Non era un problema rinunciare a qualcosa perché ero fortemente determinata a inseguire la mia passione. E ogni passione che si rispetti comporta delle rinunce. Ero lì, intenta a percorrere la mia strada e a superare qualsiasi ostacolo mi si ponesse davanti. Non era difficile nè, tantomeno, uno sforzo allenarsi 3 o più ore al giorno quattro volte a settimana, studiare ogni notte fino alle due e mantenere comunque la media dell’otto in un liceo scientifico PNI. La mattina ero stravolta sia mentalmente sia fisicamente, ma ero felice. Mi sentivo viva.
Spesso mi dicevano “Ma come fai?” e io, con tutta l’ingenuità di questo mondo, rispondevo “Non saprei, ci sono abituata”. Per me era routine quotidiana, era come bere il caffè. Semplice, delizioso e stimolante.
Non mi sentivo un’eroina, anche perché non lo ero affatto. Adesso, però, dopo un anno che ho abbandonato del tutto la danza, mi rendo conto che era come una droga per me. Mi nutrivo di lei e lei mi ripagava facendomi sfogare di tutti quei problemi appartenenti alla vita reale. Ora mi ritrovo a combattere quei problemi senza alcuna valvola di sfogo. Ho iniziato difesa personale, sono diventata cintura gialla, mi sono allenata per due volte a settimana e tutto quello a cui pensavo era “Non si potrebbe mettere un po’ di musica per fare riscaldamento? E’ una palla correre e allungarsi senza Einaudi o i Coldplay in sottofondo”. Ad ogni allenamento regnava l’insoddisfazione, ero in bilico tra “Cavolo, sto perdendo elasticità” e “Almeno adesso saprò difendermi”. Poi tornavo a sbuffare tra me e me come se qualcuno mi avesse costretto a stare lì contro la mia volontà.

L’ho capito soltanto adesso: niente potrà ridarmi la stessa serenità. E ricominciare a ballare non è un’opzione.

p.s La mia scuola, il mio gruppo e me quando ancora sapevo di che sapore fosse la felicità: https://www.youtube.com/watch?v=QwVy43COGZw

Informazioni su therealme

Sono una sognatrice in continua ricerca del suo posto nel mondo. A volte fantastico pensando a come si troverebbero i personaggi dei miei libri preferiti nella realtà di oggi e li vedo tremendamente impacciati. Forse perché è come mi sento io nella vita, tremendamente impacciata. Non giudico mai un libro dalla copertina, un involucro esteticamente perfetto può rivelare sorprese poco piacevoli, ma per fortuna esistono delle eccezioni, le classiche sfumature che ti salvano da una visione del mondo prettamente negativa e piena di stereotipi. Non esiste soltanto il bianco e il nero, è inutile girarci intorno, ma un’infinita gradazione di grigi che ti permette di osservare la vita con gli occhi limpidi e puri di un bambino. Cercare di andare oltre quello che si vede non vuol dire cercare e trovare del buono in tutte le persone, significa soltanto non limitarsi alle apparenze, ma scavare a fondo in cerca della verità, evitando di basarsi su preconcetti.

Una risposta »

  1. Ciao Therealme,

    innanzitutto, ti faccio i complimenti, non solo per il bellissimo articolo, che sarebbe poco, ma per il bellissimo percorso di vita che hai condiviso.
    Non è certo facile trovare qualcosa da dire di fronte a tanta volontà, soprattutto mostrata già in giovane età . Non è da tutti rinunciare alle uscite settimanali alle superiori per inseguire una passione con quell’ardore.
    Tra l’altro, ho fatto anche io lo scientifico PNI e avendo la tua stessa media so quanto cavolo è tosta.
    Il fatto che ti venisse naturale, come racconti, non rende certo la cosa meno encomiabile.
    Ho una zia che insegna danza da 30 anni, e per come parla lei del suo lavoro dopo tutti quegli anni, non posso neanche immaginare quanto tu abbia lasciato insieme alle scarpette.
    Voglio però dirti di non mollare, perchè la vita non è certo una strada a senso unico, specialmente per persone con una determinazione come la tua.
    O almeno, questo è quello che mi ha mandato avanti quando decisi di proseguire la mia di passione, anche io molto giovane.

    Ti mando un abbraccio, e ti auguro davvero il meglio!

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    • Ciao uncleman11, ti ringrazio moltissimo per essere passato di qui e per le bellissime e incoraggianti parole che mi hai scritto. Vedo che ho un collega di liceo allora, fino ad oggi mi è stato praticamente impossibile trovare qualcuno che conoscesse il tipo di scuola che abbiamo fatto noi, mi guardavano tutti con una faccia del tipo “PN..cooosa?” ahah
      Comunque per quanto riguarda la danza, non credo che riprenderò mai. Ho chiuso questo capitolo perché stava diventando deleterio per me e la colpa è soltanto mia. Ho avuto un bruttissimo infortunio quasi tre anni fa e da allora non sono più come prima. Avrei tanto da imparare da tua zia, soprattutto a non lasciarsi scoraggiare e ad andare avanti per la propria strada con la forza e la determinazione nelle tasche, anche quando non si vede la luce. Insegnare sarebbe stato il mio sogno, ma come potrei insegnare la costanza ai miei allievi se anche io ho mollato? Non sarei una brava insegnante…
      I miei più sinceri complimenti per aver proseguito la tua passione, sono sempre felice di vedere qualcuno che è stato in grado di realizzare quello che desiderava 🙂
      Ricambio l’abbraccio e passa di qui quando vuoi! Sei il benvenuto 🙂

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      • Potresti insegnare loro come rialzarsi, come continuare ad andare avanti anche se “non è più come prima”.
        Senza esagerare, ad insegnare loro come crescere, non solo come ballare.
        Spero di non esser sembrato presuntuoso, non giudico affatto la tua scelta, anzi, la ritengo allo stesso modo coraggiosa!
        Grazie dell’accoglienza! 🙂

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      • Verissimo, ci vorrebbe quella famosa bacchetta magica ogni tanto, per far raddrizzare a lei tutto quello che non va. Io credo che servano molto anche i momoenti bui, perchè senza di essi non saremmo in grado di riconoscere quelli luminosi e positivi. Perchè arrivano sempre, bisogna solo stringere i denti e saper aspettare 🙂

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      • Sono molto paziente in questo, ma non so dire se purtroppo o per fortuna. L’unica cosa da fare è aspettare che passi la tempesta e, nel frattempo, concentrarmi su quelle persone che mi donano luce ogni giorno.
        Grazie mille per essere passata e aver portato un’ondata di positività 🙂

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